sabato 14 luglio 2007


Il rito di Pio V e la lettera Summorum Pontificum di Benedetto XVI
d. Efisio Coni

art. pubblicato su Gallura e Anglona del 15 luglio 2007.

Non sempre i servizi di informazione riportano le notizie esatte… è accaduto anche questa volta! Vedendo i titoli di giornali e fogli elettronici si è intuito che il Papa farà celebrare di nuovo la Messa in latino. Solo tra le righe si scopre che questa può essere celebrata secondo il rito di S. Pio V, rinnovato dal B. Giovanni XXIII e secondo alcuni abolito dal Vaticano II. Cioè il Papa non impone nulla, ma concede l’uso di alcuni libri liturgici risalenti al 1962.
Per quanto riguarda la lingua latina è non tutti conoscono quanto si dice al numero 54 della Sacrosantum Concilium: «Nelle messe celebrate con partecipazione di popolo si possa concedere una congrua parte alla lingua nazionale, specialmente nelle letture e nella preghiera dei fedeli e, secondo le condizioni dei vari luoghi, anche nelle parti spettanti al popolo[…]. Si abbia cura però che i fedeli sappiano recitare e cantare insieme, anche in lingua latina, le parti dell'ordinario della messa che spettano ad essi. Se poi in qualche luogo sembrasse opportuno un uso più ampio della lingua nazionale nella messa, si osservi quanto prescrive l'art. 40 di questa costituzione». Qualcuno ha mai abolito la celebrazione della Messa in lingua latina? Mi pare di no. Non l’ha fatto nemmeno il Concilio.
La vera novità è quindi l’estensione dell’indulto precedente contenuto nella lettera “Ecclesia Dei” che concedeva l’uso dei libri del 1962. La Messa detta di Pio V si può considerare come una tappa evolutiva della celebrazione eucaristica, che pone fine ad un periodo bizzarro in cui, sotto il profilo liturgico-rituale si vedeva un po’ di tutto. Il concilio tridentino in risposta alle obbiezioni della riforma protestante pone una ferma ritualità che sottolinea l’aspetto sacrificale a discapito di quello conviviale rimarcato all’eccesso dai “novatores”. In questo clima di forte sottolineatura della fede cattolica viene codificato il rito della Messa detta di Pio V, rimasto l’unica forma della Chiesa romana dal 1563 al 1970. Possiamo parlare quindi di due tappe evolutive del rito romano.
La lettera «motu proprio data» del Sommo Pontefice Benedetto XVI fa si che nel rito romano vi siano due forme di celebrazione, una ordinaria, con il Missale Romanum di Paolo VI; ed una straordinaria con il Missale Romanum di Pio V. Lo stesso Papa ha preconizzato l’accoglienza del documento all’interno della lettera di presentazione fatta pervenire all’episcopato mondiale. Commentando annuncia che davanti a questa scelta pastorale «ci sono reazioni molto divergenti tra loro che vanno da un’accettazione gioiosa ad un’opposizione dura».
Più avanti avvisa che «l’uso del Messale antico presuppone una certa misura di formazione liturgica e un accesso alla lingua latina: sia l’una che l’altra non si trovano tanto di frequente». E accende la speranza di un arricchimento tra i due libri liturgici.
La vera «ragione positiva» e più importante fra tutte è – sottolinea il Pontefice - «giungere ad una riconciliazione interna in seno alla Chiesa». Questo dovrebbe far cadere ogni pregiudizio!
Il motu proprio parla di un «edificio liturgico» edificato nel cammino dei secoli ed alimentato dalla liturgia che diviene espressione della fede secondo l’adagio lex orandi lex credendi (la legge della preghiera diventa la legge della fede).
Dai due scritti di Benedetto XVI emerge chiaramente un forte anelito alla riconciliazione e all’unità della Chiesa. In questi giorni è stato detto e scritto di tutto. Io voglio limitarmi a concludere con le parole del Manzoni «fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza!» e accolgo ancora una volta il ministero del successore di Pietro, quale magistero universale.

Eccomi

La pubblicazione della lettera "motu proprio data" Summorum Pontificum di Benedetto XVI mi ha dato l'imput per la creazione di questo blog in cui condividere alcune idee circa la liturgia e la vita ecclesiale in genere. Non mancheranno altre consederazioni.
Buona lettura!