mercoledì 19 settembre 2007

Il 14 settembre... diario di un evento



Come ogni anno ho atteso con trepidazione il 14 settembre, festa dell'Esaltazione della Santa Croce. Ho celebrato la Messa delle 7,30 come ogni giorno con il novus ordo e poi mi sono messo a lavorare in parrocchia... confessioni, ufficio, pratiche varie, telefono... solite cose!
Viste le richieste di alcuni alle 17,00 entro nella chiesetta di santa Croce per celebrare con il rito antico. Contrariamente a quanto scritto dal giornalista (di cui non cito nè testata nè il nome) l'assemblea era li, pronta con i sussidi in mano. Ho creduto opportuno fare una piccola introduzione:








Questa celebrazione, in piena comunione con tutta la Chiesa, nella piena osservanza delle sue leggi, è un'espressione della bimillenaria tradizione liturgica che nessuno vuole infrangere nè tanto meno sminuire. Non togliamo nulla alla liturgia riformata da papa Paolo VI, la osserviamo come espressione ordinaria della lex orandi della Chiesa Romana. La celebrazione che stiamo per vivere non si oppone minimamente al Concilio Ecumenico Vaticano II, nè alla costituzione liturgica Sacrosanctum Concilium. Siamo in piena comunione con il Papa, che ringraziamo per questa possibilità, e con la nostra Chiesa particolare.






Rivesto i paramenti... è strano mettere il manipolo prima della stola... prendo il calice e via!


Un brivido mi ha pervaso nell'intimo al riecheggiare delle preghiere ai piedi dell'altare Introibo ad altare Dei... ad Deum qui laetificat juventutem meam... e via. Mi pareva quasi un sogno! Era vero. Impacciato nella ritualità con cui evidentemente un giovane prete deve prendere confidenza, vado avanti per circa 45 minuti, fino a quando, giunti al benedicat vos ho scorto lo sciagurato cronista... Termino la Messa con le preghiere leonine e ritorno in sacrestia per fare il ringraziamento. Seguono alcune domande sparse e disordinate del sopramenzionato e poi, fatto il ringraziamento, esco per saggiare le prime impressioni.


In risposta a quanto scritto in quello stralcio di giornale posso affermare:






  • il giornalista è arrivato al termine della Messa;




  • non un manipolo di fedeli, ma circa 50 persone;




  • seguivano la Messa con un foglio comprendente testo latino e italiano a fronte;




  • se quelle che erano in chiesa erano vecchiette... il giornalista è decrepito!




  • la celebrazione era fuori dall'orario delle Messe parrocchiali;




  • non ho fatto studi di latino e non ho celebrato per far vedere che conosco il latino...


Comunque... chi mi conosce di persona sa! Mi dispiace solo che per le castronerie scritte con intenti chiari e manifesti mi sia attirato addosso le ire di molti confratelli e non solo. Consiglio che almeno una volta nella vita facciano l'esperienza della celebrazione con il Missale Romanum del 1962... aiuta molto a capire molte cose, soprattutto che il nostro sacerdozio, a serivizio della Chiesa e a servizio della comunità è un dono ed un mistero che non ci può appartenere in maniera arbitraria, ma come tale deve essere da noi custodito e posto a servizio di Dio e dei fratelli.


Mi pongo in dialogo anche con chi la pensa come me.