giovedì 2 agosto 2007

COMUNIONE

Mi riservo di elaborare una parte sul Canone e di esporla in altra sede.

Il MR del 1570 presenta per questa parte della celebrazione un sistema di riti e di preci molto articolato, soprattutto nella comunione e nel ringraziamento alla fine della Messa. Al termine del Pater Noster si assite ad un rito che risulta per noi inconsueto, ossia il sacerdote «manu dextera accipit inter indicem et medium digitos patenam, quam tenens super altare erectam, dicit secrete: signat se cum patena a fronte ad pectus» e prosegue con il «libera nos Domine». Lo scambio di pace viene posto prima dell’Agnus Dei. La comunione del sacerdote è preceduta da una preparazione con altre apologie e preghiere tratte dai salmi; l’attenzione è volta per lo più alla comunione di chi officia. Poi si dice che «si quis sunt comunicandi, eos communicet, antequam se purificet». Il «placeat tibi» dopo il congedo e prima della benedizione è la prima delle preghiere, a cui segue la lettura del prologo del Vangelo di san Giovanni. Con questo finisce la celebrazione ai piedi dell’altare. Il sacerdote, rientrando in sagrestia fa il suo ringraziamento con l’antifona «Trium puerorum» a cui seguono il cantico di Daniele (Dn 3, 57-88. 56) ed il Salmo 150. La spiritualità e la devozione del sacerdote sono aiutate ulteriormente da altre preghiere alla SS.ma Trinità, a N.S. Gesù Cristo, alla Vegine Maria ed ai santi.

Il MR del 1970 esordisce con una novità: ossia che il sacerdote «una cum populo» prega il Pater Noster, poi il popolo conclude la preghiera «Libera nos, quæsumus» con l’acclamazione «quia tuum est regnum». Lo scambio della pace coinvolge anche chi non presiede, ossia si parla di «omnes» che «iuxta locorum consuetudines, pacem et caritatem sibi invicem significant» mentre il sacerdote «pacem dat diacono vel ministro». La preparazione alla Comunione viene fatta insieme dal sacerdote e dai fedeli, tant’è vero che si appunta «sacerdos una cum populo dicit Domine, non sum dignus». La comunione, semplificata nei riti e nelle apologie, viene distribuita ai comunicandi che si muovono dal loro posto e vanno a riceverla. La celebrazione si sposta poi dall’altare alla sede, luogo in cui era iniziata da dove, prima del congedo, si da la possibilità di fare brevi annunci (per lo più di carattere pratico!). Seguono l’orazione e la benedizione. Il congedo del diacono o del sacerdote concludono la celebrazione della Messa, sebbene è importante far notare che il Messale non cancella le preghiere di ringraziamento, anzi le consiglia caldamente.

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